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Questo fantasma è talmente famoso che è stato immortalato in una commedia scritta da Giulio Cogni nel 1959. Le prime storie risalirebbero all'età napoleonica e cominciarono con alcuni misteriosi rumori.
Per anni molti sentirono tre colpi molto forti e sordi come se qualcuno volesse percuotere le fondamenta dell'edificio.
Coloro che abitavano nelle vicinanze sostenevano di sentire dei passi nel vialetto o il rumore tipo di qualcuno che prendeva la rincorsa e si tuffava nel piccolo lago. Altri sostengono che nell'orto botanico siano presenti strane luci, una sorta di fuochi fatui che si possono vedere la notte.
Nel 1949 una persona che tornava a casa sotto la pioggia, passando davanti al cancello dell'orto, incontrò uno strano personaggio vestito con una cappa nera e in testa un largo cappello dello stesso colore. Avvicinatosi il testimone notò che lo strano individuo non poggiava i piedi per terra, ed era rigido e la pioggia non lo sfiorava nemmeno. Terrorizzato il poveretto fuggì via.
Nello stesso anno un altro testimone affermò di aver incontrato nei vialetti dell'orto un'ombra che aveva la consistenza della gelatina.
Un professore che lavorava nell'orto e abitava vicino pare sia stato preso di mira dal fantasma che gli accendeva la luce, apriva e chiudeva porte, gli tirava via le coperte. Qualche anno dopo un'addetta alle pulizie trovò una delle stanze che aveva appena ordinato sottosopra, mentre un ragazzo sarebbe stato aggredito da uno spettro bianco che urlava come un ossesso e che sparì all'improvviso. In seguito una notte i vetri delle finestre e delle serre furono bersaglio di sassi lanciati da una mano invisibile. Quindi possiamo dire che l'orto di Siena ospita non solo fantasmi paurosi ma anche violenti poltergeist.