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DELFINI E CERCHI NEL GRANO

Ultimo Aggiornamento: 09/06/2009 16:05
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09/06/2009 16:05

Da che mondo è mondo, l’uomo ha sempre cercato di comunicare attraverso simboli: dai primi graffiti tracciati sulle pareti di grandi grotte illuminate da grandi falò ai messaggi inviati nello spazio.
Erano dei simboli il planisfero, le proprie firme e quella dell’allora presidente americano Nixon incisi su una targhetta e deposti il 22 luglio 1969 sul suolo lunare dagli astronauti dell’Apollo 11, Armstrong, Aldrin e Collins; così come lo sono quelli che, incisi su una targa di alluminio anodizzato in oro di cm.15 x 23, da 20 anni (fu infatti lanciata dalla Terra il 2 marzo 1972) la sonda Pioneer 10 si porta a spasso per lo spazio: il disegno emblematico (eseguito da Linda Salzman moglie di Carl Sagan) di un uomo ed una donna nudi, lui con la mano destra alzata in segno di pacifico saluto, ed alle spalle la sagoma stilizzata del Pioneer 10; completano la placca lo schema del nostro sistema solare con la rotta del Pioneer partito dalla Terra ed una serie di altri simboli sulla struttura atomica, le radiazioni e 14 linee radiali costituite da una serie di trattini orizzontali e verticali indicanti in codice binario le posizioni energetiche di 14 stelle pulsar, rispetto al centro del sistema solare.
Altri simboli, in questo caso messaggi audiovisivi incisi su un disco dorato contenente saluti in 60 lingue, brani musicali, informazioni scientifiche, immagini della Terra ed altro allo scopo di dare ad eventuali altre intelligenze presenti nello spazio notizie della nostra civiltà, furono affidati nel 1976 e 1977 alle due sonde Voyager.
Naturalmente, sia questo disco che le targhette sono supporti concepiti per esseri biologicamente dotati di almeno alcuni dei nostri stessi strumenti di comunicazione: la vista e l’udito innanzitutto. Diversamente, eventuali "alieni" o "intelligenze" che non avessero organi di vista o di udito come noi, pur potendosi forse sbilanciare in deduzioni più o meno azzeccate, ben difficilmente riuscirebbero a decifrare il messaggio da noi confezionato e noi un’eventuale loro tentativo di risposta concepito con metodi e strumenti che non riusciamo nemmeno ad immaginare. Sarebbe come se un cieco cercasse di descrivere il mondo ad un sordo.
A questo proposito, esiste un raccontino di fantascienza che esemplifica in maniera emblematica tale difficoltà, in cui si narra dell’arrivo di una missione terrestre su un pianeta tutto sassi, che, dopo accurate esplorazioni, i nostri abbandonano ritenendolo desolato e del tutto privo di vita, proprio nel momento in cui, attraverso vibrazioni a noi impercettibili (ed anche ai nostri più sofisticati strumenti) tra due "pietre" si instaura un’annoiata conversazione del tipo "uffa, che barba, che noia, che barba! Su questo pianeta non succede mai niente". Come a dire che altrove la vita potrebbe avere natura così diversa dalla nostra da rendere impossibile il reciproco riconoscimento.
Gli scienziati che cercano un modo per comunicare con le diverse intelligenze biologiche viventi nell’Universo con le quali potremmo un giorno entrare in contatto, guardano con grande interesse alle conoscenze sviluppate dagli antropologi, che spesso si sono trovati a dover affrontare situazioni estreme in cui le differenze culturali rendono difficili anche i contatti tra gli uomini di razze diverse; ed ancor più ai lavori dei colleghi zoologi ed all’esperienza da loro maturata nel tentativo di comunicare con alcune delle specie animali ritenute "più" intelligenti, scimpanzé e delfini innanzitutto.
Quando gli antenati dei delfini divennero acquatici svilupparono nuovi sensi che permisero loro di conoscere il mondo attraverso gli ultrasuoni. I delfini possono infatti "vedere" e catturare le prede grazie al loro sonar naturale (sistema di ecolocalizzazione), che utilizza ultrasuoni (tra i 250 ed i 220.000 hertz) emessi dalla protuberanza frontale e captati al loro ritorno dalla mandibola inferiore (esattamente attraverso il canale dell’orecchio interno contenente grasso). Tale sistema, pur privandoli della visione a colori, consente ai delfini di vedere anche il proprio aspetto esterno ed interno captandone forma e struttura, in quanto il suono viaggia nell'acqua e nei tessuti animali (fatti al 75% di acqua) alla stessa velocità, ed a noi di udirli quando gli ultrasuoni vengono emessi con frequenze percepibili all’orecchio umano. Ma, se pure possiamo sentirli, il loro linguaggio ci rimane misterioso.
Per superare questo ostacolo, si è pensato allora di usare linguaggi artificiali. Esperimenti di notevole rilevanza sono per esempio quelli condotti dalla biologa Denise Herzing (che conduce le proprie ricerche sui delfini in mare aperto) e dal collega John Gory, che invece lavora con delfini in cattività utilizzando sott’acqua pannelli di controllo con "scatoloni" (nicchie a tre dimensioni) recanti sulla faccia superiore un simbolo che sta ad indicare cosa i delfini "vorrebbero" o "dovrebbero" comunicare; e così si è visto che i delfini per avere il cibo pressano con il muso il pannello con raffigurato un certo simbolo (disegno); per avere un giochino ne pressano un altro recante un simbolo diverso dal precedente e così via nel tentativo di comunicare con la loro amica.
Sin qua, i delfini. E se anche i cerchi nel grano fossero dei disegni, dei simboli inviatici da altre intelligenze cosmiche che noi ancora non riusciamo ad interpretare?
In realtà i cerchi nel grano - data per scontata la loro origine artificiale a causa della loro arzigogolata geometria che non permette di poter ipotizzare fenomeni naturali (fulmini, vortici, plasmi, ecc…) capaci dei medesimi spettacolari risultati - rappresentano un duplice mistero: misterioso è infatti il loro significato e misteriosa ne rimane l’origine. Insomma, chi o cosa è l’artefice di questi meravigliosi pittogrammi?
Molti autori, senza alcun dubbio più qualificati dello scrivente, sul tema "cerchi nel grano" hanno scritto fiumi, mari, oceani di parole diluiti in saggi e volumi; questo, invece, è un breve articolo che ha il solo scopo di riassumere succintamente, elencandoli, solo alcuni dei tanti "pensieri" e "lavori" svolti su questo argomento.
Premetto subito che in questo articolo non sono considerati i Crop Circles manifestamente falsi, eseguiti da giocherelloni in vena di fare scherzi che ci sono sempre stati e credo continueranno ad esserci; a questi falsi darò soltanto un accenno nella parte conclusiva.
In questo articolo in particolare, mi riferirò ai pittogrammi (forma primitiva di scrittura che consiste nel rappresentare idee e fatti per mezzo di disegni) di una certa validità; quindi diciamo che mi riferirò solo ad un 30% dei crop circles osservati nel mondo; molti autori, però, trattandosi di una sequenza di figure complesse di cerchi, preferiscono continuare a chiamarli cerchi nel grano.
Ma cosa sono questi pittogrammi? Si tratta di figure geometriche, disegni molto complessi e di incredibile bellezza che si formano in una sola notte e siccome si presentano tra giugno e ottobre, le ore di buio profondo sono poche. Compaiono all'improvviso e secondo alcuni testimoni si formerebbero in pochi secondi talvolta accompagnati da un crepitio. Gli steli delle piante all'interno dei cerchi sono curvati in senso spiraliforme ed intrecciati e le piante non smettono di crescere in senso orizzontale.
I primi cerchi comparvero in Australia negli Anni ‘60, ma si trattava di cerchi semplici e spesso singoli, facilmente fattibili da un buontempone. Poi con gli Anni ’70 e ’80 i crops iniziarono progressivamente ad evolversi in forme sempre più grandi e complesse e contemporaneamente a diffondersi in altre regioni della pianeta. Ma è negli Anni ’90 che il fenomeno esplode letteralmente compiendo un vero e proprio balzo in quantità, qualità e complessità specie nel Sud dell'Inghilterra, a tutt’oggi l’area a più alta densità di manifestazioni. In Inghilterra infatti sarebbero registrati (il condizionale è d’obbligo) ogni anno circa 300 casi contro i circa 8.000 stimati da Haselhoff dal 1970 ad oggi in tutto il mondo.
Oggi comunque si può ben dire che si tratta di un fenomeno mondiale. Crops circles sono apparsi in ogni continente: in Australia, negli U.S.A., in Canada, in Brasile, Russia, India, Germania e Africa del Sud.
E’ a quest’ultimo decennio che datano i primi studi approfonditi sul fenomeno dei crops circles. Precedenti lavori di ricercatori condotti negli Anni 1968-70 in campi di grano o di orzo o di avena o di mais o di colza non erano infatti stati presi in seria considerazione perchè la maggior parte degli osservatori classificavano i cerchi come il risultato del passatempo di alcuni burloni, che magari volevano prendere in giro gli ufologi.
Pionieri della ricerca scientifica sui cerchi nel grano sono stati i membri del gruppo di ricerca B.L.T. (Burks, Levengood, Talbott).
Questi pittogrammi hanno sempre una forma geometrica ben definita e talvolta molto complessa; ed è proprio questa complessità geometrica che, dopo avermi già fatto scartare l’ipotesi di un fenomeno naturale, mi fa escludere che possano essere realizzati da un "uomo qualunque" in vena di fare scherzi; caso mai da un matematico burlone in vena di perdere tempo, mezzi e denaro; e se poi aggiungiamo il fatto che gli steli del grano oltre ad essere flessi e non spezzati, né recisi, sarebbero anche intrecciati, chi avrebbe tanto tempo da perdere e tanta cultura matematica per realizzarli? E per quale motivo? Per misurare le proprie capacità matematiche? Vi sono tanti altri modi e metodi per poter mettere in pubblica evidenza le proprie elevate competenze matematiche! Senza contare che, data la vastità del fenomeno, non basterebbe un solo genio, ma ce ne vorrebbe un vero e proprio esercito sguinzagliato in ogni parte del mondo per far comparire anche in una sola notte decine o centinaia di cerchi su tutto il pianeta.
Un’ipotesi disincantata vorrebbe che ad architettare il tutto per ovvi motivi economici e con la complicità di alcuni loro "amici artisti del grano" fossero i proprietari degli aerei da turismo che portano i turisti a spasso sui crop circles o i proprietari dei terreni che si fanno pagare un biglietto d’ingresso ai campi (mentre altri si limitano a mettere sul terreno delle "boxes" dove i visitatori possono lasciare un’offerta per lenire la perdita economica causata dal calpestio dei curiosi, dei ricercatori e di altri che danneggia buona parte della produzione agricola, almeno quella adiacente al pittogramma che non può essere più raccolta). Potrebbe pure essere, e certamente anzì così è per una parte dei cerchi disseminati in giro per il mondo, facilmente riconoscibili per la loro pessima fattura.
Ma neppure questa ipotesi riesce a giustificare l’enorme produzione di cerchi e le sofisticate modalità di realizzazione che nessuno, in via dimostrativa, è finora riuscito ad eguagliare. Perché se è facile piantare a terra un paletto e creare un cerchio, anche di grandi dimensioni, muovendosi "a compasso", e più difficile creare circonferenze concentriche o meglio corone circolari (cioè appiattire sia l’esterno che l’interno del cerchio e lasciare indenne questa porzione di grano), realizzare sul terreno dei perfetti diagrammi frattali (che qualcuno definisce come la rappresentazione grafica del limite tra ordine e caos) ricorrendo ad una tale tecnica appare addirittura impossibile.
Per contro, non mancano le testimonianze di chi dice di aver visto delle sfere luminose sorvolare i campi e tracciare questi simboli, collegandone in tal modo il mistero a quello degli UFO ed alla loro presunta natura elettromagnetica che risulterebbe comprovata dalle misurazioni effettuate attestanti livelli anomali maggiori fino 10 volte all’interno dei crops rispetto alle aree circostanti.
Ma a questo proposito, lascio spazio ad una rapida carrellata delle ricerche, dei lavori (non sempre verificati) e delle ipotesi (anche azzardate) pubblicati al riguardo:
1 Ne "Il fattore suono" Freddy Silva riferisce di uno studio pubblicato nel 1967 dallo scienziato svizzero Hans Jenny "sugli effetti delle vibrazioni trasmesse entro differenti elementi quali acqua, gesso, olio e sabbia. Trasmettendo il suono attraverso questi "mezzi" sotto forma di una frequenza analizzata da un monitor, egli riuscì a catturare su pellicola fotografica l’esatto disegno geometrico generato dal suono mentre le sue vibrazioni si muovono attraverso tali sostanze. Cambiare la frequenza della vibrazione alterava le forme geometriche generate nelle sostanze riceventi: una frequenza bassa produceva un semplice cerchio racchiuso da un anello, una frequenza più alta aumentava il numero di anelli concentrici intorno al cerchio centrale. Quanto più saliva la frequenza, tanto più aumentava la complessità delle figure fino a far apparire tetraedri, mandala e figure pitagoriche.
2 Più recente l’esperimento tentato nel 1998 in Germania da Colin Andrews che, posti dei recipienti con acqua distillata all’interno dei cerchi ed analizzando successivamente l’acqua con uno spettrografo, avrebbe notato che, a livello molecolare, l’acqua si disponeva secondo una figura che ripeteva lo schema base del pittogramma dove era messa, come se l’acqua avesse memorizzato l’informazione contenuta nel campo energetico che ha generato la figura nel suolo.
3 Il 10 agosto 1990 l’equipaggio di un aereo della Idao Air National Guard, sorvolando una zona desertica dell'Oregon, scoprì impresso nel letto arido di un lago l'immenso mandala Sri Yantra consistente in due circonferenze concentriche con inscritti all’interno tanti triangoli orientati con vertici opposti ed a loro volta inscritte in un quadrato con estroflessioni. L’apparizione doveva essere avvenuta in meno di 24 ore poiché nessun altro pilota transitato sulla zona il giorno prima aveva notato il fantastico disegno.
4 Il 13 agosto 1991 venne scoperta a Barburry Castle vicino a Cambridge una struttura a diagrammi frattali rappresentante la copia del famoso "Diagramma di Benoit Mandelbrot" di una tale complessità e perfezione da indurre ad escludere l’ipotesi di un falso. Convinzione condivisa anche dallo stesso Mandelbrot, matematico e studioso accanito dei frattali.
5 E cosa dire dell’enorme e meravigliosa formazione di 409 cerchi disposti su sei bracci di spirale con un diametro di circa 250 metri comparsa in un campo non visibile da nessuna strada il 12 agosto 2001 a Milk Hill dopo una notte di intensa pioggia?
6 Freddy Silva nel suo lavoro "20 anni di cerchi nel grano" scrive "...si possono vedere delle vaste aree di cereali appiattiti al suolo, larghe fino a 9.000 mq dove le piante risultano piegate a circa tre centimetri di altezza da terra e delicatamente stese orizzontalmente fino a formare pittogrammi di precisione geometrica, senza segni visibili di danno o di intrusione umana...". E dopo aver analizzato le fotografie aeree che ha scattato per circa vent’anni, Silva in "Il fattore geometrico" ed in "Il fattore suono" rivela che "...anche i segni che sembrano casuali si rivelano tutti posti lungo un invisibile schema di allineamenti pentagonali ed esagonali basati sulla geometria proporzionale e sui rapporti della Regola Aurea Matematica ...".
7 Alla stessa "Regola" pensa lo scrittore e ingegnere aerospaziale T. Roy Dutton che in un’intervista televisiva ha fatto rilevare che "... la spirale secondo cui si dispongono gli steli corrisponde ad un modello preciso matematico che si riscontra in tutti i cerchi. Inoltre la spirale interna dei crop circles è parte di un vortice in contrazione, mentre la linea che traccia il bordo formante il cerchio esterno è disposta nel verso opposto. In vari Pittogrammi, tra i singoli cerchi è stata riscontrata la progressione matematica di Fibonacci, vale a dire che un numero è uguale alla somma dei due precedenti cioè il diametro di un cerchio è uguale alla somma dei diametri dei due cerchi precedenti. Queste particolari formazioni inoltre sono spirali formate secondo la Sezione Aurea, una particolare proporzione geometrica ritenuta sacra nel passato ed usata anche nella costruzione di antichi templi" (traduzione del conduttore Roberto Giacobbo). In un altro intervento "Dutton ha invece dichiarato che "…le caratteristiche dei cerchi nel grano piegati e l’assenza di danni suggeriscono l’idea che possano essere stati realizzati da una specie di scanner che noi ancora non abbiamo"; inoltre "il fatto che il loro verificarsi sia collegato all’attività degli UFO, ci fa pensare ad una intelligenza non umana".
8 Ed ancora nella trasmissione televisiva "Stargate" su LA7 del 24/3/02 in una intervista Freddy Silva ha detto che a Milk Hill è stata rinvenuta una scrittura indecifrabile, tutta con segni geometrici, forse una forma latina molto rara usata in massoneria otto secoli fa e che dovrebbe recitare così: APPONO ASTOS (tradotto grossomodo in "ci opponiamo all’astuzia, all’inganno").
9 E’ possibile che la formazione (una specie di faccia inscritta in un rettangolo) apparsa in Inghilterra a Chibollton il 14 agosto 2001 in un campo di grano attiguo al locale radiotelescopio sembra ed il "codice" apparso una settimana dopo siano una risposta al messaggio inviato il 16 novembre 1974 dal nostro radiotelescopio di Arecibo in Puerto Rico; oppure ad una delle tante targhe inviate nello spazio nel 1969, 1972, 1977 di cui già trattato all’inizio?
10 Nel 1999 il magnate americano Laurence Rockefeller ha finanziato uno studio scientifico sul fenomeno con analisi di laboratorio in situ al gruppo B.L.T. (Burks, Levengood, Talbott). I ricercatori, tutti scienziati americani, si divisero in due gruppi ed operarono con metodologia e strumenti differenti e questi giunsero preliminarmente alle medesime conclusioni: che il fenomeno non è adducibile all’opera umana tranne che per le formazioni che erano manifestamente false. Tra le motivazioni di questo convincimento la rilevazione effettuata al microscopio dei rigonfiamenti, dovuti molto probabilmente ad un campo energetico anomalo (presumibilmente microonde), riscontrati nel primo e raramente nel secondo nodulo delle spighe. Anzi Nancy Talbott ha affermato che "non c’è modo che un’azione umana possa produrre queste cavità di espulsione, se non una trasformazione repentina nella struttura della spiga, ottenibile in laboratorio solo all’interno di un forno a microonde." In pratica le stesse conclusioni dell’altro membro del B.L.T., il biofisico W.C. Levengood.
11 Sempre a proposito dei nodi degli steli delle piante, Eltjo H. Haselhoff nel già citato libro "La natura complessa dei cerchi nel grano" scrive: "dopo ricerche, è stato scoperto come i nodi negli steli delle piante fossero aumentati di lunghezza, con una simmetria geometrica incredibile. Inoltre l’allungamento dei nodi nelle varie posizioni all’interno dei cerchi nel grano corrisponde perfettamente alla distribuzione del campo elettromagnetico di una sorgente sferica di radiazione, posta ad un’altezza di quattro metri e dieci centimetri sopra il campo. Per quanto possa sembrare incredibile all'inesperto, questa è una solida prova scientifica che i testimoni oculari, che hanno visto le sfere di luce dicono la verità."
12 Michael Hesemann fa risaltare che nei falsi cerchi gli steli sono rotti e non piegati. Spighe raccolte in un crop circle, curvate naturalmente e non spezzate, sono state mostrate in Italia in televisione da Andrea Feliziani nel corso di una puntata della trasmissione "Stargate".
13 Scrive ancora Silva: "...Un’altra possibile relazione matematica è stata indicata da Gerald Hawkins, professore di Astronomia, che utilizzando i principi della geometria euclidea ha provato che è possibile derivare ben quattro teoremi dalle relazioni intercorrenti tra gli elementi presenti nei crop cricles. "Fatto ancora più interessante, egli ha scoperto un quinto teorema dal quale poteva desumere gli altri quattro..."
14 In una intervista di S. Virato, O’Leary ha detto "... Credo si tratti di energia elettromagnetica o di campi di forza psicocinetica che, urtando sugli steli di grano, li rendono temporaneamente plastici in modo da piegarsi senza rompersi per poi risolidificarsi in fretta e continuare a crescere normalmente."
15 Secondo un’altra ipotesi "i crop circles solitamente si materializzano sopra le linee della griglia di energia magnetica che circonda la Terra. Questa energia si trova anche a Stonhenge o comunque ove si possono osservare cerchi di pietre."
16 Il biofisico americano W.C. Levengood, intervistato da Roberto Giacobbo, ha dichiarato che si sono notati cambiamenti della struttura genetica dei chicchi di grano e di presenza di ferro meteoritico trovato in alcuni crop circles, che a suo dire implicherebbe un vortice di plasma ionizzato.
17 A tal proposito anni fa fece scalpore il filmato di due piccole sfere luminose che, ruotando in circolo ed a bassa quota intorno ad una certa area, forgiano sul terreno in una ventina di secondi un crop circle di sette cerchi disposti a simmetria esagonale. Sull’autenticità delle immagini (realizzate secondo l’autore alle 5 di mattina dell’11 agosto 1996 dopo un paziente appostamento notturno su una collina sovrastante l’area in questione coronato dal successo, a differenza di analoghe operazioni condotte negli anni passati) si è espresso favorevolmente Jim Dilettoso, le cui capacità di analisi e valutazione non godono tuttavia di una buona reputazione. Al contrario, ben più autorevole appare l’opinione di due esperti di computer grafica e tecniche video, gli inglesi Paul Vigay e Peter Soreson che, convinti di trovarsi dinanzi al frutto di un’elaborazione elettronica, hanno dimostrato coi fatti come in sole tre ore un filmato analogo fosse perfettamente riproducibile con una normale strumentazione di post-produzione. Esattamente quella posseduta da John Wabe (esperto in computer grafica degli studi di post-produzione della Firts Cup a Bristol in Inghilterra) che, dopo un paziente lavoro di investigazione, il ricercatore Lee Winterson è riuscito ad identificare come il vero autore del filmato e, grazie alla collaborazione di Soreson e della Nippon Television, addirittura ad incastrare ottenendone la piena confessione. Tuttavia, a prescindere dalla genuinità o meno del filmato, resta la realtà di un pittogramma molto bello comparso a Oliver's Castle.
18 In tema di falsi, esisterebbe una ripresa a raggi infrarossi che documenterebbe l’attività di due uomini colti nell’oscurità a realizzare un crop circle a Westbury. Celebre è poi l’esperimento fatto dal prof. Garlaschelli del CICAP a Rovigo con la disponibile concessione dell'Azienda Agricola Vendemmiati teso a dimostrare come nel giro di un’ora due persone armate di piolo, rastrello e corda possano realizzare un crop circle. Per non parare infine della brutta figura collezionata da Delgado nel settembre 1991 quando, invitato dalla rivista inglese Today, non seppe riconoscere per falso un crop circle eseguito la notte prima da due pensionati inglesi. Impossibile non osservare però che tutti questi cerchi realizzati per dimostrarne la fattibilità da parte dell’uomo presentano disegni semplici, irregolari, con bordi sfrangiati: insomma, ben lontani dalla porzione di quelli ritenuti genuini.
E’ dinanzi ai cerchi nel grano di origine sconosciuta e ben difficilmente imputabili all’opera dell’uomo che la fantasia degli studiosi ha preso a galoppare sfrenata. Ecco una carrellata delle numerose ipotesi avanzate nel tentativo di spiegarne l’imbarazzante mistero (tra parentesi l’autore dell’ipotesi):

Plasma rotante ionizzato (dr. Terence Meaden)

Plasma atmosferico e/o scariche di fulmini (N. Talbot)

Onde sonore, forse provocate da suoni ritmati di tribù (F. Silva)

Lo stesso nostro "pianeta vivente" che ci vuol far capire che si sta ammalando (Michael Glickman)

Energia elettromagnetica o campi di forza psicocinetica che rendono temporaneamente plastici gli steli. (Brian O' Leary in "The second coming of science")

Coppia di campi magnetici o elettromagnetici prodotti da "luce solida" che darebbero origine a forze di repulsione e di torsione che si concentrerebbero nel primo nodulo delle spighe. (Magenta e Malanga in "Flussi di forza: ipotesi di lavoro sui cerchi nel grano")

Venti vorticosi (il governo inglese e Lucy Pringle)

Tracce lanciate dal sistema bellico satellitare S.D.I. degli U.S.A. ("Stargate" del 24/3/02)

Microonde di segnali telefonici che riescono ad influenzare gli steli del grano in una particolare zona che farebbe da stazione ricevente. ("Stargate" del 24/3/02)

Precedenti abitatori della Terra ora in un universo parallelo al nostro (Gianfranco De Turris, giornalista che si rifà a Fort)

Messaggi di intelligenze superiori che ci vogliono aiutare a diventare migliori (Alfredo Di Prinzio, simbolista)

Messaggi di alieni che ci vogliono preparare ad un incontro in questo terzo millennio. ("Stargate" del 13/1/02)

Tracce di UFO (Antonio Chiumiento e Billy Mayer in "Stargate" del 24/3/02 ).

In conclusione, torniamo alla domanda di fondo: come o chi ha forgiato questi crop circles? O forse dovremmo prima chiederci perché la maggior parte dei mass media, salvo rare e sporadiche eccezioni, non ha mai affrontato con enfasi questo mistero, evidenziandone i preziosismi? C'è forse una precisa volontà finalizzata a sminuire la portata dell’enigma, ignorando di fatto la questione o concedendole al massimo piccoli trafiletti di cronaca relegati in spazi di scarsa o nulla visibilità?
Cosa potrebbero significare?
Per gli scienziati potrebbe trattarsi di simboli scientifici.
Per i matematici comunicazioni da altri mondi scritte ricorrendo a formule matematiche in quanto proprio la matematica potrebbe essere il linguaggio comune a tutto l'Universo.
Per gli astronomi potrebbero essere mappe stellari.
Per i sostenitori dell'esistenza di altre civiltà si tratta senza alcun dubbio della prova di visite aliene.
Per i teologi sarebbero simboli religiosi.

Giunti alla fine di questa lettura, non so quale idea abbiate maturato voi. Io di una cosa sono convinto: dietro i crop circles si cela di certo una "grande intelligenza"!

Articolo di S. Pernice pubblicato sul bollettino "CISU Sicilia" n. 13 aprile 2003.
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