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La battaglia di Los Angeles

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2009 17:31
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12/01/2009 17:31

La battaglia di Los Angeles
Di Alessandro Cacciatore

Il caso che vi sto per parlare è uno dei casi più importanti della casistica ufologica non ufficiale. Voi vi chiederete forse, perché non ufficiale? Ve lo spiego subito. Il caso in questione è avvenunto nel 1942, ben 5 anni prima dell’avvistamento ufficiale che diede il via all’ufologia nel 1947.

E’ il 25 Febbraio del 1942, ci troviamo a Los Angeles. Era passata una settimana dall’attacco a Pearl Harbour, quando alle prime ore del mattino un gigantesco oggetto volante crea un black-out generale in tutta la California del Sud. Una dozzina di riflettori della 37°Brigata di Artiglieria Costiera, interccettano immediatamente il velivolo, che pensano subito trattarsi di un nuovo velivolo di fabbricazione Giapponese, con intenzioni ovviamente ostili, ma non era da biasimare un certo tipo di psicosi presso il gruppo militare della California, perché come vi ho già detto, era appena terminata la battaglia a Pearl Harbour. Pensando quindi che il velivolo era pronto ad attaccare la città, la Brigata apre il fuco contro il gigantesco velivolo.
Centinai furono i proiettili sparati contro il misterioso oggetto volante, sotto la grande paura dei cittadini terrorizzati difronte lo spaventoso evento. Le raffiche che i militari e la marina spararono contro l’UFO, furono invane, in quanto non si fece probabilmente il minimo danno, e proseguì il suo volo costante, presso Long Beach, per poi sparire definitivamente. Sei persone morirono durante l’attacco del gigantesco UFO, che pero’ non rispose con metodi ostile.
Il giorno dopo, sul quotidiano Los Angeles Times, apparve una descrizione dell’UFO: ” Una folla infreddolita guarda il cielo illuminato dai colpi dell’artiglieria. Le esplosioni forarono l’oscurità come piccole stelle fiammeggianti… le luci dei riflettori sembrano dita protese a scrutare il cielo notturno… Urlano le sirene antiaeree… Prendete quegli sporchi invasori! “ e ovunque echeggiano le grida dei militari e della polizia.
Ma l’oggetto nel cielo si muoveva lentamente, catturato al centro delle luci come il mozzo della ruota di una bicicletta circondato dai raggi splendenti.
Il fuoco sembrava esplodere in cerchio tutto attorno al bersaglio.
Gli astanti, tremanti al gelo del primo mattino, comunque non hanno avuto la possibilità di vedere un solo velivolo precipitare o bombe sganciate. “Forse è solo un’esercitazione”, ha rimarcato qualcuno. ”Test un accidente! “ è stata la risposta. “Non spari in aria tutto quel metallo a meno che non stai cercando di tirare giu’ qualcosa. “
L’oggetto bersagliato continuava a muoversi fiancheggiato dalle esplosioni vermiglie, mentre le casalinghe, avvolte dalle loro vestaglie, rabbrividivano e guardavano quella scena terrificante.

Dopo il fatto che successe la notte prima, rimaniamo piuttosto esterrefatti dal fatto che l’articolo del giornale non riporta una descrizione dell’UFO ne tanto meno si parla di UFO, anche se l’esercito dichiarò che fosse un reale allarme, quindi non un esercitazione militare o della marina.
Ma chi era allora l’intruso se non i Giapponesi? Se fossero stati loro, ci sarebbe sicuramente stato un attacco, cosa che invece non c’è stata.

Su conferma della presenza di aeromobili non identificati da parte del comando di San Francisco, due furono le dichiarazioni ufficiali della Marina di Washington in merito il misterioso evento: la prima liquidava la faccenda, per ordine del Segretario Frank Knox.
La seconda dichiara invece che l’oggetto che volò sopra Los Angeles rimase non identificato. Un lato positivo sulla faccenda fu quello invece, in cui il comando dell’Army’s Western Defense, confermò che il black-out sulla città, fu causa del velivolo volante, come anche per l’attacco massiccio delle contraeree. Infatti il Black-Out colpiva anche le zone al confine Messicano e della San Joaquin Valley. Altre notizie confermano anche che non furono lanciate bombe al suolo, e che nessun velivolo o aereo era stato abbattuto.

Lo scrittore Ralph Blum, che all’epoca aveva nove anni, scrisse che credette ad un attacco da parte dei Giapponesi:

“C’erano le sirene, luci di riflettori, proiettili della contraerea che esplodevano in gran quantità nei cieli di Los Angeles. Mio padre, che nella Prima Guerra Mondiale era stato un osservatore dell’aeronautica e riconosceva l’artiglieria pesante quando la udiva, disse a mia madre di portare le mie sorelline nel rifugio sotterraneo, mentre io andavo con lui sul balcone al piano di sopra. Che scena! Erano passate le tre del mattino: le luci dei riflettori sondavano il cielo a occidente. Tra coloro che sparavano contro gli intrusi volanti riconoscemmo gli artiglieri del 65° reggimento Artiglieria Costiera di Inglewood e il 205° reggimento della contraerea di Santa Monica. L’oggetto bianco a forma di sigaro incassò molti colpi diretti, ma continuò il suo volo verso est”.

I testimoni da terra invece, confermarono tutti la stessa tesi, e cioè che c’erano più di 25 UFO nel cielo, quella notte. L’allora redattore del Los Angeles Herald Examiner, Peter Jenkins, scrisse:

“Vidi chiaramente la formazione a V di circa 25 velivoli argentei che muovevano lentamente verso Long Beach”.

Il capo della Polizia di Long Beach, J.H. McLelland dichiarò:

“Vidi quella che fu descritta come la seconda ondata di aerei dall’ultimo dei sette piani del municipio di Long Beach. Un osservatore della Marina con un potente binocolo Carl Zeiss, disse di aver contato nove velivoli nel cono dei riflettori. Il gruppo (di UFO) passava da un cono di luce all’altro, e sotto il fuoco delle mitragliatrici dell’artiglieria antiaerea volò dalla direzione di Redondo Beach e Inglewood a Fort MacArthur e continuò verso Santa Ana e Huntington Beach. Il fuoco dell’antiaerea era così pesante che era impossibile sentire il rombo dei motori degli aerei”.

Infine il reporter del Los Angeles Times, Bill Henrey, che parlò ampliamente del caso, scrisse:

“Pur trovandomi a notevole distanza dall’oggetto lo vidi chiaramente, ma senza poterlo identificare… sarei pronto a scommettere che su quell’oggetto è stato diretto un gran numero di colpi”. La “Battaglia di Los Angeles” come oggi viene ricordata, è durata ben 20 minuti. Verso le 2:21del mattino, il generale John L. De Witt, diede l’ordine di cessare il fuoco, mettendo fine a quel lungo giorno di inferno.

Del caso ne esiste una foto, che ad oggi è stata analizzata accuratamente grazie a programmi di grafica, confermando che la forma dell’oggetto non identificato era allungata e discoidale.



Come per ogni buon caso ufologico che si rispetti, sono molti i misteri che rimangono con il passare del tempo, per anni ed anni. Ma qui il fatto è ancora più curioso in quanto, è un avvistamento collettivo, abbiamo a che fare con un oggetto di grandi proporzioni, senza l’adeguatezza dell’identificazione del velivolo stesso, e dell’attacco dei militari e della marina, è possibile che ancora oggi il caso ne viene poche volte trattato, ed è perfino poco conosciuto e documentato? In oltre, cosa avranno pensato i militari riguardo questo grave fatto? Cosa successe davvero quella notte? Si dice che molte cose devono rimanere un mistero perché tali, ma non in questo caso, sono morte sei persone, e bisognava avere il diritto di sapere. Ma così non è stato.

Fonti:
www.setiufo.org
www.edicolaweb.net
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